Telefonino si telefonino no

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Ottavio Colosio
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Telefonino si telefonino no

Messaggio da Ottavio Colosio » lun giu 04, 2018 10:54 am

Ho trovato questo link..
..lo lancio e nascondo subito la manina .. :)

https://www.rollingstone.it/cinema-tv/n ... 018-05-28/
Saluti

Ottavio


Matematicamente parlando, la fotografia è un'applicazione lineare da R3 in R2

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MarcoBiancardi
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Re: Telefonino si telefonino no

Messaggio da MarcoBiancardi » lun giu 04, 2018 1:11 pm

Come spesso accade, i titoli giornalstici semplificano eccessivamente e travisano il pensiero e le problemantiche più complesse: "scattare con il telefonino non c'entra nulla con la fotografia", afferma il titolo, citando Salgado.

Detta così, mi vien subito voglia di controbattere con non è vero, o almeno non lo è in assoluto, il cellulare dotato di fotocamera non è che uno strumento fotografico come un altro, è pur sempre anch'esso una micro camera obscura dotata di una lente e di un recettore di immagini e sappiamo bene che con qualsiasi strumento ottico - fotografico sia possibile fare Fotografia, sì, anche quella con la effe maiuscola.

Tuttavia, leggendo con più attenzone, scopriamo che il pensiero di Salgado è più profondo e complesso:
egli identifica infatti il modo in cui le immagini prodotte oggi con lo smartphone vengono utilizzate con una sorta di nuovo "linguaggio" integrativo, usato appunto per completare quello scritto e parlato nelle nostra quotidiana interazione e comunicazione interpersonale, che oggi avviene sempre più attraverso i social media.
Si tratta quindi di immagini per una forma di comunicazione veloce ed effimera, una sorta di verba volant tra cui trovano posto anche le immagini del telefonino, ma solo per scomparire rapidamente dalla nostra memoria.
A questo tipo di utilizzo "usa e getta" dell'immagine fotografica l'Autore contrappone quello di fotografia come documento sul quale fermarsi a meditare e destinato a durare nel tempo, a trasformarsi in memoria anche storica.
Direi quindi che il grande cambiamento al quale assistiamo oggi non riguardi tanto il tipo di strumento tecnologico utilizzato per acquisire l'immagine, bensì le piattaforme di utilizzazione e il diverso ruolo dell'immagine stessa nel "linguaggio" umano.
La stessa critica che Salgado fa alla fotografia acquisita con lo smartphone mi sembra possibile allora estenderla anche alla fotografia digitale in senso lato, con la potenzialità che hanno anche le "vere" e più sofisticate macchine fotografiche digitali odierne di acquisire in pochi secondi centinaia di immagini, di scattare senza soffermarsi troppo a pensare prima dello scatto, ci penseremo poi eventualmene in post-produzione a selezionare, di condividere immediatamente le nostre fotografie grazie ai dispositivi di trasmissione di cui anche le reflex e le mirrorless moderne sono dotate.
La Fotografia si sta quindi trasformando (o comunque sta acquisendo una ulteriore valenza) da strumento di linguaggio ponderato e riflessivo, che richiede studio, applicazione, cultura e impegno, a strumento di documentazione immediata, di fotocopia del reale immediatamente disponibile e a portata di tutti, che chiunque può utilizzare senza stare troppo a pensarci e ragionarci sopra, proprio come nelle odierne forme di comunicazione caratterizzate da frettolose, poco meditate ed emotive reazioni sui social.
Concluderei dicendo che si tratta più che di un problema tecnologico di un problema di cultura e spero che, come avviene per la letteratura o per il giornalismo più serio e ponderato, per cui accanto a forme di espressione frettolose e dirette sopravvivano anche forme di comunicazione di approfondimento, così accada anche per la Fotografia: la cultura dei fotografi si tramandi alle nuove generazioni per fare in modo che anche se scattate col telefonino ci siano ancora immagini destinate a durare e a produrre memoria e pensiero.

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